OLTRE I CONFINI DELLA RAGIONE

Nello sterminato forziere di una banca svizzera, detto la cripta della civiltà, in un'enorme cassetta di sicurezza sono raccolti reperti di ogni tipo, utili per ricostruire usi e costumi dei trogloditi del XXI secolo. Ci si può mettere ciò che si vuole: da una foto di famiglia a un certificato di laurea, a una videocassetta preferita... Tutto servirà ai nostri discendenti per far comprendere qualcosa dei loro eccentrici antenati, cioè noi.

Domanda: quali cose della nostra civiltà attuale ritieni che siano così significative da doverle preservare in un contenitore affinché i posteri possano farsi un'idea adeguata del nostro mondo? Già mi immagino la scena: anno 3117, gli ultimi brandelli di ozono filtrano a stento i raggi del sole che si accanisce ostinatamente contro la terra ormai arida. Una tribù di nomadi, unici superstiti in Europa dopo la grande catastrofe nucleare, vagando tra le macerie alla ricerca di acqua non contaminata, s'imbatte in un grande cilindro scuro di metallo che spunta dal terreno ormai ridotto a sabbia arida. Affascinati dal misterioso oggetto, che per la sua robustezza è stato appena scalfito dai bombardamenti, questi nomadi lo innalzano e si prostrano a venerarlo come segno divino, quasi fosse una divinità del passato.

Forse non andrà esattamente in questo modo; è assai probabile che la cripta della civiltà non venga mai aperta, o la sua apertura rimandata di generazione in generazione fino a quando, ironia della sorte, cadrà nell'oblio con il suo carico di memorie. Tale dimenticanza, che potrebbe apparire tanto grave, è in realtà trascurabile se si pensa a cosa sarà posto nei vari contenitori da persone inevitabilmente stregate dal consumismo: un compendio di futilità! Vedo lattine di Coca Cola, giocattoli di ogni forma, striminziti prodotti alimentari carichi di conservanti e un televisore, l'icona per eccellenza della nostra società.

Sono convinto che le cose significative da preservare non siano certo gli oggetti commerciali. Per quanto mi riguarda, riempirei il contenitore di vari tipi di semi. Comincerei con quelli di ogni specie floreale conosciuta perché un giorno gli uomini, rendendosi conto di aver steso un grigio tappeto di cemento e acciaio sui continenti, rimpiangano la natura distrutta. Quindi metterei un secondo tipo di semi, quelli dell'esperienza vissuta, cioè la cronaca dettagliata delle guerre, degli eventi politici, economici e sociali affinché le generazioni future, imparando dai nostri molti errori, evitino di commetterli a loro volta. Ed infine i semi più preziosi, quelli relativi all'arte in ogni sua forma: libri, films, dipinti, musica... in modo che parlino del lato migliore del nostro mondo e insegnino l'armonia a chi verrà dopo di noi.

Pompilio Parzanese