COORDINAMENTO REGIONALE DLF

Il passaggio, avvenuto nel 2003, nell'affidamento da parte del Gruppo FS ai DLF di immobili FS, dalla formula del comodato d'uso gratuito a un oneroso contratto d'affitto, accompagnato da tutta una serie di altri balzelli, ha per questi ultimi comportato generali ripercussioni negative. Questo atto ha determinato l'instaurarsi, sul piano economico e organizzativo, di diffuse situazioni di crisi da cui diversi DLF ne sono nel frattempo usciti, sia pure chi ridimensionato e indebolito, mentre altri, sia pure una minoranza, si dibattono ancora in gravi difficoltà.

Questa situazione è condivisa, sia pure con una diversa prospettiva per l'avvenire, anche da quei DLF che hanno acquistato gli immobili: non si paga l'affitto ma c'è il mutuo! Si tratta sempre di esborsi rilevanti. La portata di questi provvedimenti non ha lasciato di certo indenni i DLF della nostra Regione con ricadute che hanno finito per influenzare i rapporti, fino allora molto soddisfacenti, che intercorrevano fra loro.

Più precisamente queste relazioni avvenivano principalmente attraverso una struttura: il Coordinamento Regionale Emilia-Romagna dei presidenti dei DLF. Questo organismo era retto dal presidente del DLF di Bologna, che rimane tuttora per importanza uno dei primi a livello nazionale. Le riunioni si svolgevano di norma una volta al mese. Facevano parte di questo organismo anche i delegati DLF eletti al Consiglio Nazionale DLF.

Erano tempi di fermenti attivi, occasioni di ritrovo per scambi di opinioni sulla conduzione organizzativa dei DLF, di confronto di idee riguardo alle ricorrenti problematiche che investivano le associazioni territoriali. Incontri preziosi che aiutavano nella formazione per una corretta gestione dei DLF, che offrivano la possibilità di misurarsi e conoscere le esperienze altrui. Opportunità di ascolto e di dibattito sulle relazioni presentate dal presidente del Coordinamento sugli argomenti che erano trattati al Consiglio Nazionale DLF a Roma. Si decidevano le posizioni da assumere e le istanze da presentare alla Sede Centrale, filtrate tramite i delegati della regione eletti al Consiglio Nazionale DLF (tutti e tre del DLF di Bologna).

Un vero laboratorio il Coordinamento nell'ambito del quale si avviarono e svilupparono progetti, si arrivò anche alla costituzione di società in comune, a esempio per la gestione delle mense, in campo assicurativo, e si siglarono accordi in campo turistico. Tutti gli anni in quelle riunioni si programmava come stabilire fra i vari DLF regionali (14 fino al 1995, poi scesi a 9 a causa di accorpamenti) dove ubicare e come organizzare le varie manifestazioni o mostre di carattere sportivo e culturale.

Queste, poi, venivano in parte finanziate da un fondo appositamente costituito al quale contribuivano, oltre alla Sede Centrale, le Associazioni Territoriali che concorrevano proporzionalmente al numero degli iscritti. Insomma si era arrivati a costituire un legame solido, foriero di ulteriori sviluppi e reciproci vantaggi.

Da quel fatidico anno 2003 tutto ciò si dissolse in poco tempo. Il Coordinamento Regionale DLF non risulta sia stato mai soppresso: semplicemente, chi dovrebbe convocarlo non l'ha più fatto. Oggi quello su cui si discute al Consiglio Nazionale DLF (gli argomenti trattati, le decisioni prese) rimane semplicemente ignoto o si conosce solo a distanza di tempo. Dei tre delegati regionali DLF, che dovrebbero svolgere la funzione di raccordo con le associazioni territoriali periferiche, si sono perse le tracce. Saltato così l'organo intermedio, per avere notizie e aggiornamenti si supplisce con il viaggio a Roma due volte l'anno, in occasione delle assemblee convocate per l'approvazione dei bilanci.

Oppure, quando proprio serve, per serie problematiche attinenti all'associazione, si contattano direttamente i quadri dirigenti dell'Associazione Nazionale, anche se il compito di interloquire con i diretti responsabili dei settori di competenza non si presenta sempre facile. Il nostalgico pensiero rimane rivolto al passato con la speranza che la rete da tanto tempo smagliata dei rapporti fra i DLF regionali sia ricomposta nell'interesse comune da chi può e dovrebbe farlo. Non rimane che una fiduciosa attesa.

Giovanni Vannini