TESTIMONIANZE DI GUERRA

L'avvocato Veniero Accreman (23/11/1923 - 26/12/2016), figlio di capostazione, nella sua vita partigiano, deputato, sindaco della città e saggista, in questo breve racconto ricorda una delle sue periodiche escursioni in bicicletta a Rimini da Borghi, dove era sfollato con la famiglia durante il periodo bellico.

Salii in bicicletta e mi diressi verso la città; non c'ero entrato ormai da diverse settimane, da tempo le riunioni clandestine non avevano più luogo in città. Percorsi la via Emilia fino all'ingresso da nord: nessuno. Passai il ponte ed entrai in quello che era stato il centro: nessuno. Mi sembrava impossibile: almeno i tedeschi dovevano esserci; giravo con un documento falso delle Ferrovie dello Stato.

Tutto era raso al suolo; i frutici alti erano cresciuti nelle voragini scavate dalle bombe; si ergevano resti sghembi di pareti, traforati dal sole. Si riconoscevano i percorsi delle strade come fossero stati tragitti di vie di un'antica città dissepolta dagli archeologi. Tutto, all'intorno, era bianco e privo di memoria: quel palazzo - o i resti - non era stato il Municipio, ma era solo una compagine semidistrutta, un aggregato di materiali; là c'era stata l'abside e la navata centrale del Duomo: ora era un'accolta d'erbe inondata di sole; dov'era stato il Teatro, fastoso di ori e di stucchi, era una voragine immane, e al fondo acqua immobile e sporca.

E allora improvvisamente fui colto da una sensazione che non avevo mai provato: mi parve di trovarmi non in una città già abitata, dove adesso non abitava più alcuno, ma in una città disabitata da sempre. Mi sembrò di essere in mezzo a un paesaggio di un altro evo, cresciuto quasi come una manifestazione della natura, in un'aria che non aveva mai conosciuto respiro umano. Era una sensazione che mi frastornava; ero stordito; l'ordinaria percezione delle cose era scomposta. L'allucinazione durò parecchio; finalmente ritrovai l'equilibrio; uscii dalla città scosso e confuso.

La parte absidale e navata centrale del Duomo distrutte dai bombardamenti - Foto di Luigi Severi

Veniero Accreman