SULLA ORIGINE DEI CALENDARI

Frugando tra i miei vecchi appunti, ne ho trovato uno che riguarda l'origine dei calendari e, come sempre mi accade, sono stato spinto ad approfondire l'argomento ricercando su enciclopedie e manuali specifici il maggior numero di informazioni storiche, integrando poi il tutto con gli opportuni dati astronomici. Ne è venuto fuori qualcosa di un certo interesse e meritevole, forse, di essere riportato sulla vostra bella pubblicazione bimestrale.

Storia dei Calendari Prima dell'intervento di Giulio Cesare il quale, su consiglio dell'astronomo Sosigene, avrebbe messo un po' d'ordine in questa materia, il calendario (anzi i calendari, poiché ogni popolo dotato di un certo livello culturale ne aveva uno suo particolare) procedeva senza tanti calcoli astronomici, tenendo unicamente d'occhio i periodi di maturazione dei raccolti dell'agricoltura e in particolare il periodo di mietitura del grano.

Fu infatti osservando come questo periodo si fosse spostato di quasi 3 mesi (80 giorni circa), cioé dalla metà del mese di Giugno fino agli inizi di Settembre, che Giulio Cesare dispose che l'anno 708 ab urbe condita (corrispondente al 46 avanti Cristo) dovesse comprendere ben 445 giorni, (l'anno fu perciò definito ultimus annus confusionis) onde ovviare al ritardo maturato in passato; inoltre, per evitare che ciò dovesse ripetersi in futuro, la durata dell'anno fu fissata a 365 giorni con l'inserimento di un anno con 366 giorni a cadenza quadriennale. In buona sostanza l'anno veniva fissato al valore medio di 365,25 giorni e dopo questa riforma prese in suo onore il nome di calendario giuliano.

Il risultato fu rilevante anche se, essendo l'anno tropico (così si chiama l'anno in rapporto agli equinozi di primavera e di autunno) di 365g 5h 48m 46s, (valore che, reso in forma decimale, corrisponde a 365,2421991 giorni), rimaneva ancora un errore di 0,0078g per eccesso, rispetto al valore fissato dalla riforma di Giulio Cesare.

Fu così che nel 1582 si rese necessaria una ulteriore correzione del calendario che da giuliano venne denominato gregoriano dal nome di Papa Gregorio XII, (al secolo Ugo Boncompagni, bolognese) che sedette sul trono pontificio dal 1572 al 1585, il quale procedette alla eliminazione di 10 giorni (passaggio da giovedì 4 Ottobre a venerdì 15 ottobre 1582), ma lasciando, come si vede, inalterato il normale susseguirsi dei giorni della settimana) onde sanare il ritardo maturato in circa 1600 anni, rendendo inoltre non bisestili gli anni secolari non multipli di 400 (nella nostra epoca il 1700 - 1800 - 1900) per evitare slittamenti futuri.

Con questo ritocco l'anno veniva composto da 365,2425 giorni (365,25* 400 - 3/400), valore che tuttavia non corrisponde ancora esattamente all'anno tropico di 365,2421991 giorni. Lo scarto di 3,009 decimillesimi di giorno richiederebbe perciò una ulteriore correzione (questa volta togliendo un solo 1 giorno) ogni 3323 anni (10000/3,009) a partire dal 1582, da effettuarsi perciò nell'anno 4905 d.C., ovvero tra 2889 anni a partire dal 2016, anno in cui ho eseguito questi calcoli. Comunque non è il caso di darsi pensiero: ci sarà ben qualcuno che provvederà in merito, magari con maggiore perizia e precisione!

Gian Carlo Lotti