CONSIDERAZIONI SUI TERREMOTI

È con sgomento, unito a un senso d'impotenza, che penso al disastro che si è consumato poco tempo fa nell'Italia centrale. Purtroppo la nostra penisola, per la sua struttura geofisica, è esposta al rischio tellurico e con notevole frequenza le forze della Natura si scatenano provocando danni immensi.

È in concomitanza con tali eventi che si può apprezzare (unico aspetto positivo) lo spirito di abnegazione dei soccorritori, anche se, a offuscare questa immagine, si sono dovuti registrare qualche deprecabile, ma per fortuna sporadico, episodio di sciacallaggio. Sorvoliamo anche sul bailamme di chiacchiere, frammiste a suggerimenti inconcludenti, irrealizzabili o addirittura cervellotici tra i quali spicca l'idea di porre mano senza indugi alla ricostruzione, nella presuntuosa certezza che il terremoto abbia concluso la sua opera.

Comunque non è su questo comportamento, al quale siamo ormai assuefatti, che voglio soffermarmi, bensì sulla tendenza della Magistratura a volere sempre e comunque cercare dei responsabili. Premetto che quello che sto per scrivere non deve essere visto come un tentativo di coprire possibili malefatte (omissioni, malversazioni, ruberie, dispersioni di denaro pubblico) di persone che vanno perseguite penalmente; per fugare ogni sospetto, tengo a precisare che il motivo del mio disappunto sta, invece, nel constatare come il modo di procedere della Magistratura pretenda di confermare l'onnipotenza dell'Uomo, presumendo che sia capace di dominare sempre e comunque le forze della Natura, mito che va sfatato.

In queste situazioni è necessario pensare, se mai ce ne fossimo dimenticati, che l'Uomo è nulla di fronte a quelle forze immani e questa è un'occasione buona per farlo, con un salutare bagno d'umiltà. Sono talmente convinto di vedere giusto in tutto ciò che non mi meraviglierei se, precipitando sul nostro pianeta un meteorite di notevoli dimensioni (c'è n'è uno che orbita in modo preoccupante sopra le nostre teste), si levassero proteste e accuse per non avere previsto l'evento e per non aver preso per tempo le contromisure necessarie per distruggere l'intruso!

Concludendo il discorso sui terremoti, ritengo che sia giusto e doveroso fare tutto il possibile, avvalendosi della notevole esperienza maturata specialmente in Giappone, attraverso la costruzione di fabbricati leggeri, sostenuti da elastiche strutture portanti, svincolati altresì dalle fondazioni su cui poggiano, onde consentire un ben calibrato grado di libertà sul piano orizzontale, smorzando in tal modo l'azione dirompente delle forze telluriche a componente orizzontale (quelle distruttive). Tecniche di costruzione in tal senso sono già state studiate con successo dall'ingegneria civile e sperimentale, utilizzando adeguati simulatori.

In sintesi, il succo di ciò che ho scritto è questo: poniamo in atto con impegno e diligenza quanto rientra nelle nostre possibilità e per il resto rimettiamoci nelle mani di Dio.

Gian Carlo Lotti