Come investire i propri risparmi? Fidarsi della Banca, chiedere consiglio agli amici più informati o ragionare principalmente con la propria testa? Sicuramente l'ultima soluzione rappresenta la scelta più responsabile ma, per fare questo con successo, occorre avere un minimo di informazione, di metodo e principio logico su cui ragionare e basare le proprie decisioni.
Per queste prime brevi note pratiche ritengo utile, quindi, fare cenno ai cicli del sistema economico ed ai criteri per scegliere fra le varie forme di investimento. In primo luogo occorre tenere presente che gli investimenti e le scelte di investimento per essere efficaci vanno fatte sulle aspettative più che sulla situazione effettiva in cui ci si trova. Occorre quindi introdurre elementi di previsione e leggere attentamente le mosse di chi guida l'economia.
Un principio base è che le Banche centrali hanno quasi sempre ragione quando alzano o abbassano i tassi o quando lasciano intendere di poterlo fare! Seguendo queste indicazioni di tendenza con tempestività si ottiene una ragionevole tempestività e puntualità con il mercato. Chi vuole prendere il treno giungendo tardi alla Stazione, trova occupati i posti migliori oppure, nei casi peggiori, scopre che il treno è già partito e occorre attendere quello successivo.
Le fasi da controllare, con puntuale attenzione, sono essenzialmente quattro, e legate ad altrettante fasi di aspettativa di andamento dell'economia:
FASE 1: Caduta della crescita economica e recessione (l'economia non si sviluppa, il paese si impoverisce). I tassi di interesse tendono a decrescere. È il momento ideale per investire in Titoli di stato e Obbligazioni a tasso fisso.
FASE 2: L'economia tende a riprendersi, ma i tassi scendono o rimangono stabili in presenza di bassa inflazione. (L'inflazione è data dal degrado della ricchezza nel tempo se non si fa manutenzione opportuna e, lo si vede praticamente nella perdita del valore d'acquisto della moneta). In questa fase i Titoli di stato e le Obbligazioni rendono ancora bene, anche se è il momento di pensare a convertirle, almeno in parte, in titoli a tasso variabile (es. CCT). È comunque il momento per cominciare a introdurre qualche selezionato titolo azionario in portafoglio, per essere pronti a cogliere l' occasione della ripartenza dell'economia.
FASE 3: I tassi di interesse sono scesi molto, la crescita dell'economia si fa sentire e le Banche Centrali cominciano a dare cenni di far funzionare la leva dell'incremento dei tassi di interesse per controllare l'inflazione e guidare la crescita. Questo è decisamente il momento meno propizio per acquistare Titoli di stato e Obbligazioni. È opportuno invece incrementare l'investimento in Azioni e aggiungere in portafoglio titoli rappresentativi di materie prime (chimica, minerari, agricoli, ecc.), energetici (petroliferi, elettrici) e dei trasporti (case automobilistiche, linee aeree, trasporti marittimi e terrestri, ecc.), anticipando il probabile aumento di redditività di tali Aziende, connesso con il forte incremento della domanda dato dall'economia in sviluppo.
FASE 4: I tassi di interesse continuano a salire, per evitare un surriscaldamento dell'economia. (La famosa bolla speculativa in borsa, era appunto frutto di un surriscaldamento, che ha scottato non pochi risparmiatori). I Titoli di stato e le Obbligazioni a tasso fisso non sono ancora convenienti in questa fase in quanto fino a che i tassi tendono a salire, il loro sottostante perde di valore e, quindi, se si è costretti a venderli prima della scadenza naturale, si può ancora andare incontro a perdite in conto capitale. È opportuno quindi mantenere ancora leggero il portafoglio reddito fisso, soprattutto per quanto riguarda i titoli a lunga scadenza. Anche le Azioni sono da tenere con parsimonia, liquidando i titoli su cui si è già realizzata una buona plusvalenza e quelli relativi a materie prime, energia e trasporti. Sono da privilegiare gli investimenti a breve (pronti contro termine, depositi bancari di conto corrente ad alto tasso, ecc.).
Riassumendo in modo grafico e semplice, pur con l'avvertenza che le situazioni pratiche non sono sempre così univoche e unidirezionali, si ha:
| >>>>> Inflazione al minimo e tende a risalire >>>>> | |
| FASE 2 - AZIONI | FASE 3 - ENERGIA, MATERIE PRIME |
| FASE 1 - OBBLIGAZIONI, TITOLI DI STATO | FASE 4 - LIQUIDITÀ, PRONTI CONTRO TERMINE |
| <<<<< l'inflazione è salita al massimo e tende a scendere <<<<< | |
Le varie fasi non hanno una durata precisa, si può trattare di mesi, anni e, in qualche raro caso (vedi Giappone), decenni. Analizzando la nostra situazione attuale, possiamo assumere di essere usciti dalla Fase 1 ed entrati in una forma altalenante della Fase 2 e 3. Questo suggerisce prudenza!
Se abbiamo fatto un'analisi corretta delle aspettative attuali (e della realtà successiva), è ora di tenere basso l'investimento in obbligazioni e titoli di stato e movimentare l'investimento in azioni diversificando l'investimento, tenendo d'occhio anche le materie prime oltre che i tecnologici. Questo va fatto con prudenza, aspettando più chiari segnali dal mercato e dall'economia e, conseguentemente, senza impiegare tutta la liquidità che, se non ci sono piani a breve sugli impieghi, è possibile parcheggiare in un conto corrente internet, con remunerazione più elevata rispetto a quelli di sportello, oppure in pronti contro termine a un mese, da rinnovare in modo rotativo, se la somma in gioco supera almeno i 20.000 euro.
Quale ripartizione dare agli investimenti è invece un capitolo diverso e individuale, legato alle caratteristiche e situazione di ciascun risparmiatore. Richiede quindi un'analisi e trattazione specifica che esula dal discorso generale fatto in questa sede.
Alberto Camporesi