UN ALTRO MOTIVO DI PREOCCUPAZIONE

In modo ormai ricorrente, dopo l'ultimo scampato pericolo corso nell'anno 2002 con il progetto palacongressi, le aree d'insediamento storico della nostra Associazione si trovano di nuovo nell'occhio del ciclone, perché reputate dall'Amministrazione Comunale adatte per una nuova costruzione: lo stadio d'atletica. Questa scelta sembra derivare dalla ristrutturazione dello stadio Romeo Neri, indicato come una delle urgenti priorità urbanistiche della città, il cui potenziamento nel numero dei posti comporta, però, l'eliminazione della pista d'atletica. Se nonché la società sportiva, che a suo tempo si era assunta l'onere della spesa per la sua realizzazione, può vantare dei diritti che le permettono di usufruire dell'impianto fino l'anno 2014. Ne deriva che la disponibilità ad andarsene è condizionata solo da una valida alternativa.

Le motivazioni che c'indussero allora, come in precedenti altre occasioni, ad opporci con fermezza ad ogni disegno di ridimensionamento non si sono di certo allentate né modificate. Le aree DLF non sono un contenitore vuoto, salvo che non si considerino come tali gli spazi disposti a verde, ma invece un patrimonio usufruibile dai cittadini con la presenza di strutture di carattere sociale, sportivo, culturale e ricreativo di prim'ordine.

Il DLF subirebbe con una simile operazione, se portata a termine, una mutilazione, almeno come paventata dai giornali di mq. 35.000 dei mq. 50.000 complessivi di cui conta, dalle conseguenze insostenibili con la perdita di oltre i tre quarti degli attuali introiti, con ripercussioni devastanti sulle attività dalle conseguenze insostenibili.
Quest'affare quindi ci preoccupa, perché potrebbe metterne in discussione la sopravvivenza stessa dell'Associazione.

Qualche Socio oggi potrà sorprendersi che, di fronte ad una simile prospettiva, non sia stata ancora avviata una preventiva poderosa campagna d'opposizione, simile a quella dispiegata nell'anno 2002 contro il palacongressi. Questo diverso atteggiamento si giustifica con una situazione che si è da allora, non di poco, modificata e non pone più il DLF alla completa mercé degli eventi.

Vi è da considerare, infatti, che fino quell'anno gli immobili erano in consegna all'Associazione sotto la forma del comodato d'uso gratuito, aspetto che comportava indubbi vantaggi di ordine economico, ma zero tutele, tant'è vero che proprio di fronte a quel pericolo avvertimmo la fragilità delle nostre ragioni sul piano legale, così da riporre speranze in un intervento per vincolo archeologico da parte della sovrintendenza alle antichità e alle belle arti, giacché il sito è stato a volte indicato quale probabile luogo dove localizzare le vestigia del porto romano - medievale.

Dall'anno 2003 il DLF corrisponde, a Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., un regolare canone di locazione con un contratto d'affitto in scadenza il 31 dicembre 2008. Un 6 + 6, che prevede fra le sue clausole la possibilità di subaffittare, cosa avvenuta con ben sette distinti contratti. Vi è anche un altro aspetto da tenere in conto che, RFI S.p.A., in caso di cessione dei terreni o degli immobili a noi affittati, ha il dovere, in conformità con quanto stabilito dagli accordi in vigore, d'interpellare il DLF che, volendo, può esercitare il diritto di prelazione e nel caso defalcare dalla stima gli investimenti e le valorizzazioni apportate negli anni.

Giovanni Vannini